Politica? E’ ora di prendere un congedo paternità

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Comunicato stampa, 2 ottobre 2013

Nenad Stojanović

Impegni familiari e professionali non mi permettono più di dedicare il tempo necessario alla politica attiva. L’anno scorso sono diventato papà e un secondo bambino è in arrivo: ciò ha fatto sì che rivalutassi l’ordine delle priorità nella mia vita. Svolgere il mandato in Gran Consiglio è impegnativo e la scelta degli orari risponde forse ai bisogni della maggioranza dei deputati (avvocati e notai, indipendenti, dirigenti, pensionati) ma non a quelli dei salariati normali, categoria di cui faccio parte. A ciò si aggiungono i vari impegni di partito.

Dopo dieci anni di attività politica a diversi livelli ho quindi deciso di fare una pausa e di prendere un congedo paternità, rinunciando al mandato in Gran Consiglio e alla carica di vicepresidente del PS Ticino. Cesserò di esercitare queste funzioni nel corso del prossimo mese di novembre.

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In questo momento il mio pensiero è rivolto soprattutto a tutte quelle persone che negli ultimi anni mi hanno incoraggiato, sostenuto, votato. Confido nella loro comprensione. Ho cercato di dare del mio meglio, senza mai rinunciare alla difesa dei valori etici e dei principi di libertà, solidarietà e giustizia. Ringrazio il Gruppo socialista per la collaborazione: auguro a tutti e anche a chi mi succederà buon lavoro e tante soddisfazioni.

Dal 2007 a oggi sono stato presente a circa tre sedute su quattro del Gran Consiglio; ho presentato oltre 50 atti parlamentari, ho redatto rapporti commissionali, sono intervenuto nel plenum. Chi lo desidera può consultare il resoconto della mia attività parlamentare e i relativi risultati.

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La politica è passione. Ma la politica è anche rinuncia. Richiede tanto tempo e ancora più pazienza. È però lo strumento principale che permette di adempiere a un dovere. Dovere verso la società: quella di ieri, quella di oggi, quella di domani. Chi ha questo senso di dovere non smetterà mai di fare politica.

Nemmeno io smetterò. Per questo ho scritto che prendo un congedo e non che lascio la politica per sempre. Il mio non è un addio: è un arrivederci.

 

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