Perché tassare le eredità?

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Corriere del Ticino, 27 maggio 2015, p. 36. PDF

Nenad Stojanovic*

Maria e Giovanna desiderano avviare, separatamente, un’attività imprenditoriale originale e innovativa in ambito multimediale. Supponiamo che tutte e due abbiano un quoziente d’intelligenza analogo e che abbiano frequentato con medesimo successo la Facoltà delle scienze della comunicazione. Chi dovrebbe vincere la sfida? Immagino che la maggior parte di voi dirà: vinca la migliore!

Maria e Giovanna non sono solo simili per quanto riguarda i loro talenti, li accomunano persino alcune (s)fortune: l’amato nonno di Maria è morto pochi giorni prima del nonno di Giovanna. Ma il nonno di Maria era povero in canna e sua nipote ha potuto ereditare solo una vecchia casetta gravata da un’ipoteca mentre quello di Giovanna era ricchissimo. La sua nipote ha ricevuto in eredità una villa a Montecarlo, un’Alfa Romeo d’epoca, circa 3 milioni di franchi su un conto bancario e un quadro di Chagall.

Risultato? Grazie ai soldi ereditati, che non sono stati tassati, Giovanna ha potuto fondare un’impresa, impiegare dieci persone e occupare l’intero mercato. Maria, dal canto suo, ha provato a ottenere un credito dalla banca e ha chiesto ad amici qualche prestito privato. Alla fine è riuscita a racimolare 55’000 franchi. Nonostante ce l’avesse messa tutta, lavorando giorno e notte, non è riuscita a competere con Giovanna. La sua impresa è fallita e ora si trova sommersa da debiti.

Eguaglianza nei punti di partenza

È questo il libero mercato? No: qui di libero c’è proprio poco. La competizione fra Maria e Giovanna era libera solo sulla carta. Il principio dell'”eguaglianza nei punti di partenza” non è stato rispettato.

L’iniziativa popolare che intende tassare le eredità milionarie – in modo assai moderato, perché lascia in pace ogni eredità sotto i due milioni di franchi – è fumo negli occhi per la destra, poiché lanciata dal Partito socialista. Tuttavia l’esempio illustrato poc’anzi costituisce un problema soprattutto per chi si professa liberale. Un grande filosofo liberale come John Stuart Mill, l’autore del Saggio sulla libertà (1859), era favorevole all’imposta di successione perché promuoveva l’eguaglianza delle condizioni di partenza. Luigi Einaudi, esponente di spicco del pensiero liberale in Italia, affermava tale principio va attuato tramite un sistema di tassazione ereditaria concepito in modo da premiare “quelle sole famiglie che serbassero virtù di lavoro e di ricostruzione, non di mera conservazione” del patrimonio trasmesso.

Liberali cercasi

Per realizzare l’eguaglianza nei punti di partenza non si chiede a Giovanna di divedere la sua eredità di 3 milioni in due parti e di consegnare a Maria la metà (così come sarebbe folle tagliare il quadro di Chagall in due parti uguali). Applicare il principio liberale potrebbe consistere nel tassare l’eredità di Giovanna con un’aliquota del 20 percento (come propone l’iniziativa), lasciandole la somma rimanente, tutt’altro che trascurabile. Spetta poi alla politica decidere come utilizzare le risorse così raccolte. L’iniziativa popolare, su cui i cittadini svizzeri possono votare fino al 14 giugno, propone di devolvere ai cantoni un terzo di queste risorse. I cantoni saranno liberi di utilizzarle come meglio credono (per esempio, per sostenere le imprese start-up come quella di Maria).

Il fatto che in Ticino il termine “liberale” sia stato utilizzato da molti che, secondo i parametri della storia delle idee politiche, dovrebbero chiamarsi conservatori, non deve farci perdere di vista quelli che sono i veri principi di base del liberalismo. Sarebbe bello sapere, da chi si autoproclama liberale, in base a quali principi liberali un sistema di tassazione delle eredità sarebbe da respingere.

*Politologo

[Questo articolo è la versione fortemente rivista e accorciata di un contributo pubblicato nella rivista Novità fiscali, n. 8, agosto 2012.]

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