Più vignetta, meno democrazia

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laRegione, 16 novembre 2013. PDF

Ticinesi popolo di automobilisti? Può darsi. Ma non tutti vogliono a ogni costo nuove strade, soprattutto se sanno che senza misure fiancheggiatrici le colonne non spariranno. Ne sanno qualcosa i luganesi dopo l’apertura della galleria Vedeggio-Cassarate. Non a caso negli ultimi 10 anni la maggioranza dei votanti ticinesi ha quasi sempre detto di no a nuove strade: al raddoppio del Gottardo (nel 2004) , alla variante 95 fra Bellinzona e Locarno (nel 2007), alla circonvallazione Basso Malcantone (nel 2013). L’unica votazione riuscita è stata quella sul semisvincolo di Bellinzona, ma anche in quell’occasione quasi la metà dei votanti (49%) era contraria.

Ebbene: in futuro, se il Popolo svizzero dirà di sì all’aumento della vignetta da 40 a 100 franchi, la musica cambierà. In tal caso infatti le tratte Stabio-Gaggiolo e Bellinzona-Locarno, oggi di competenza cantonale, saranno inserite nelle strade nazionali. La decisione sulla loro costruzione sarà presa non più dal parlamento cantonale, ma da quello federale. Ora, per lanciare un referendum a livello cantonale ci vogliono 7’000 firme, mentre a livello nazionale ne occorrono ben 50’000! E anche qualora la raccolta delle firme riuscisse, a decidere saranno non solo i ticinesi bensì tutti i votanti svizzeri, magari anche quelli che non sanno nemmeno dove si trova Stabio o Cadenazzo. Uno può essere in favore o contro una strada, ma tutti dovremmo difendere il diritto dei ticinesi di dire la loro sui progetti che li toccano da vicino. Votiamo quindi no il 24 novembre.

(Pubblicato anche nella rubrica “lettere” del Corriere del Ticino, 15.11.2013.)

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