Difendere la democrazia e lo stato di diritto dal potere occulto dei soldi

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Nel corso della serata Dick Marty – lungamente applaudito dal pubblico per aver ricevuto, venerdì 14 ottobre, un dottorato honoris causa dall’Università di Ginevra – ha sottolineato come la democrazia possa trasformarsi in autocrazia o anche nella peggiore dittatura (si ricordi che Hitler fu eletto democraticamente da una maggioranza relativa del popolo tedesco) se non è abbinata a uno Stato di diritto robusto in grado di proteggere, in particolare, i diritti fondamentali della persona. Marina Carobbio ha messo l’accento sul potere delle lobby nel parlamento federale e ha ribadito l’importanza del principio di trasparenza soprattutto per quanto riguarda il finanziamento dei partiti. Oswald Sigg, forte della sua esperienza nella “stanza dei bottoni”, ha deplorato il fatto che il Consiglio federale rispetti sempre meno il principio di collegialità, ancorato persino nella Costituzione, e prenda le sue decisioni a colpi di maggioranza. Dal canto suo, Nenad Stojanovic ha attirato l’attenzione sui vantaggi e gli svantaggi della democrazia diretta in Svizzera. In generale, si tratta di un’istituzione positiva che permette ai cittadini e alle cittadine di controllare meglio le élite politiche. Ma può essere anche uno strumento di oppressione delle minoranze: basti ricordare la prima iniziativa popolare, quella del 1893 sul divieto della macellazione rituale, che era chiaramente rivolta contro la comunità ebraica.

L’interesse che questa conferenza ha suscitato presso il pubblico locale dimostra la necessità che tali temi vengano trattati con maggiore frequenza anche in Ticino, un cantone non privo di sviluppi sconcertanti per quanto riguarda in particolare l’avanzamento di partiti che utilizzano la retorica basata sul “popolo” (rispettivamente sulla “gente”) per attaccare lo Stato di diritto e quindi per indebolire le stesse istituzioni democratiche.

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