Reddito di base: “Sarà inevitabile, anche la pensione sembrava utopia”

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ilCaffè, 15 aprile 2018, p. 15. PDF

Intervista sul reddito di base incondizionato

Tra i pochi che nel 2016 sostennero l’iniziativa per un reddito di base incondizionato in Svizzera c’era anche Nenad Stojanović, politologo ed ex deputato ps, tuttora convinto che “l’introduzione della misura è solo questione di tempo”.

Perché secondo lei il reddito di base è inevitabile?

“Perché con l’avanzamento della tecnologia la piena occupazione sarà sempre più irrealizzabile. Meno lavoro significa più persone in assistenza e più burocrazia per verificare chi ha diritto agli aiuti. Allora tanto varrà togliere questa burocrazia e mettere un reddito di base per tutti”.

Ritiene giusto che di questi aiuti possano beneficiarne anche i milionari?

“Certo, ogni persona ne avrebbe diritto in quanto cittadino. È come per l’Avs. Tutti la percepiscono, dal povero al ricco. O come per gli assegni familiari, che vanno in funzione al numero dei figli e non del reddito. Sono conquiste che un tempo sembravano utopiche e che oggi invece nessuno contesterebbe”.

Ma non ci sarebbe il rischio di disincentivare il lavoro?

“Il reddito di base incondizionato coprirebbe solo il fabbisogno vitale. Ma in Paesi avanzati come il nostro non si lavora solo per sopravvivere, bensì anche per interesse o passione.

Quello che propongono i “5 stelle” in Italia è un passo in questa direzione?

“In parte, perché la proposta è molto diversa da quella su cui abbiamo votato nel giugno 2016. In Italia non si parla di reddito di base incondizionato, ma di reddito di cittadinanza, che si vuole garantire solo a chi soddisfa certe condizioni. Si aprirà quindi il discorso della burocrazia necessaria ad applicare la misura, della lotta agli abusi e della stigmatizzazione di chi ne fa capo. Tutti aspetti che invece verrebbero a cadere con un’entrata di base per tutti”.

 

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