I liberali radicali venderanno cara la pelle elettorale

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il Caffè, 30 giugno 2019

Urs Altermatt lo sta dicendo da tempo: solo una fusione può salvare il Ppd e il Plr. Il più noto storico del cattolicesimo politico in Svizzera si riferiva ai partiti nazionali, ma è evidente che una fusione avrebbe ripercussioni nei cantoni.

La notizia della possibile congiunzione di liste fra il Ppd e il Plr in Ticino, in occasione delle elezioni al Consiglio nazionale dell’ottobre di quest’anno, sarebbe stata impensabile nel passato. L’antagonismo storico fra i due partiti è infatti troppo forte.

Tempi passati. Il tessuto sociale è in continua evoluzione e la dirigenza del Ppd sa che in ottobre rischia di perdere uno dei suoi due seggi in Consiglio nazionale. In effetti, la congiunzione fra il Ps e la lista Verdi-Forum alternativo-Pc permetterà quasi sicuramente alla sinistra di riguadagnare il secondo seggio. Seggio perso nel 2011 a vantaggio della Lega, quando i Verdi, accecati da certe strategie strampalate del loro dirigente di allora, rifiutarono la congiunzione con il Ps.

Quindi il rischio che il Ppd corre è davvero alto. A meno che… A meno che faccia la congiunzione con il Plr. Sulla carta, ciò consentirebbe a entrambe le formazioni di difendere i rispettivi seggi (due ciascuno), mentre la Lega perderebbe il suo secondo seggio.

La congiunzione Plr-Ppd sarebbe tutta a vantaggio del Ppd, per quanto riguarda il Consiglio nazionale. Ma il medesimo giorno si vota anche, al primo turno, per il Consiglio degli Stati. È lì la situazione è opposta: il seggio del “senatore” ppd in carica Filippo Lombardi è ancora saldo, mentre il suo collega del Plr, Fabio Abate, non si ripresenta. Il candidato che vorrebbe sostituirlo, Giovanni Merlini, è conosciuto e apprezzato, ma è risaputo che non ha solo amici nel Plr. Inoltre, nelle ultime due elezioni il seggio Plr fu sotto serio attacco dalla Lega e dal Ps. Nel 2015 il leghista Battista Ghiggia arrivò vicino a Abate (1644 voti di differenza), mentre nel 2011 al socialista Franco Cavalli mancarono soltanto 758 schede per scavalcarlo. Ecco perché, in attesa di conoscere il candidato della Lega, il Plr teme la candidata del Ps, Marina Carobbio. L’attuale presidente del Consiglio nazionale, e quindi la “prima cittadina svizzera”, è un’avversaria forte ed è vista a Berna come una socialista pragmatica, capace di collaborare con il centro.

Ciò spiega perché il Plr venderà cara la pelle se accetterà di congiungere la sua lista con quella del Ppd per il Consiglio nazionale: chiederà infatti garanzie affinché il Ppd sostenga con forza il ticket Lombardi-Merlini per gli Stati. Da questi negoziati a scopi puramente elettorali uscirà qualcosa di più? È senz’altro prematuro parlare di una possibile fusione dei due partiti. Ma se il Ppd continuerà a perdere consensi (ipotesi verosimile) prima o poi (magari fra una ventina di anni) potrebbe essere fagocitato dal suo avversario storico.

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